Cristina Bruno
Il mio motto: “La determinazione non rende le cose facili, le rende possibili”.
Renato Pittalis: “Perché ho scelto di ricandidarmi a sindaco”
Cara concittadina, caro concittadino,
ho scelto di ricandidarmi alla carica di sindaco. La decisione, lo ammetto, è stata difficile: ci sono stati momenti in cui fare un passo indietro poteva essere una prospettiva allettante, sotto il profilo lavorativo e personale, ma, in realtà, molte di più sono le motivazioni per mettermi in gioco al fine di proseguire il lavoro svolto. Prima fra tutte, il mio debito nei confronti del mio gruppo: persone che si sono dedicate con entusiasmo e grande sacrificio a questo comune e a me e che mi hanno permesso, per la prima volta in questo secolo, di condurre in porto il mandato senza rimpasti e dimissioni in Consiglio. Non è un caso unico, ma poco ci manca. A loro devo tutto e a loro devo soprattutto il mio impegno. Molte sono le cose ci sono che dobbiamo portare a termine, troppe le lezioni che abbiamo imparato in questi anni, a partire dalla pandemia, per non volerle applicare ancora in futuro. Tra i lavori iniziati che dobbiamo finire ci sono le rotonde della SS460, realtà sulla carta grazie all’accordo con gli Città Metropolitana, Regione e Anas, ma ancora da realizzare in pratica; il bus per la stazione SFM di Caselle è a portata di mano, ma non ancora acquisito; il progetto per il castello, per cui dobbiamo trovare i fondi; la nuova casa di riposo, per la quale abbiamo ottenuto il convenzionamento per 81 posti (111 se sommiamo quelli attualmente già convenzionati); la conclusione del progetto di finanza per il parco Grande Torino, per cui stiamo discutendo le modifiche proposte dall’attuatore.
Tutto quello che abbiamo fatto, l’abbiamo fatto in tre anni, perché i primi due del nostro mandato sono stati caratterizzati dalla grande tragedia della pandemia: non ne vogliamo parlare, perché non c’è bisogno di scuse, ma il ricordo è vivo in tutti noi e credo anche in te, così come vivo è il ricordo di tutti coloro che abbiamo perso.
Che cosa ti chiedo? Di guardare Leini, di chiederti se ti piace così com’è, se ne sei orgoglioso. Se senti che essere di Leini non sia più un marchio, ma un valore. Se è così, hai già fatto la tua scelta.
Il cambiamento si vede. Continuiamo, insieme.